Il calcio rappresenta la maggior componente dei tessuti mineralizzati ed è fondamentale per la normale crescita e per il normale sviluppo del tessuto scheletrico e dei denti.

Nel corpo umano sono presenti complessivamente circa 1000 g di calcio, distribuiti:
- nel tessuto osseo con funzione strutturale (99%);
- nel tessuto muscolare (0,3%);
- nel plasma, nel fluido extracellulare e in altre cellule (0,7%).

 

Carenza di calcio

La carenza di calcio, derivante da un insufficiente apporto dietetico o da un cattivo assorbimento intestinale, non produce sintomi evidenti nel breve e medio periodo.

Nonostante una severa carenza di origine alimentare sia piuttosto rara, sono abbastanza numerose le persone che non assumono abbastanza calcio con la dieta.

Nella maggior parte dei casi si tratta di deficit moderati, ma che reiterati nel tempo possono rendere le ossa meno resistenti, più fragili e soggette a fratture nell'età anziana (Osteoporosi)

 

Soggetti a rischio

I livelli di calcio nel nostro organismo variano in base all’età e al sesso.

• Pubertà,
adolescenza abbiamo un fabbisogno medio più elevato, per il rapido sviluppo osseo

• donne in menopausa, un momento, questo, caratterizzato da una rapida perdita del tessuto osseo.

• in età avanzata il nostro intestino assorbe il calcio meno efficientemente e i reni ne potrebbero perdere di più, per cui bisogna mantenere un’elevata assunzione di calcio.

Oltre a queste condizioni di natura fisiologica, esistono alcune condizioni e/o comportamenti tali da provocare una carenza di calcio:

• Bassi livelli di vitamina D, soprattutto nei soggetti anziani;
• Consumo eccessivo di caffeina e alcol;
Consumo eccessivo di sale
Consumo eccessivo di proteine.
Diete ricche di fitati o ossalati. I fitati, che possiamo trovare ad esempio in alcuni cereali e nella crusca, possono ridurre l’assorbimento del calcio dagli altri  alimenti che mangiamo nello stesso momento
Alcuni farmaci, come i corticosteroidi, ad assunzione prolungata;
Alcune patologie mediche, come la celiachia e le malattie renali.
• A questi fattori di rischio è necessario aggiungere la cattiva alimentazione, o, perlomeno, una dieta povera di calcio.

 

 

 

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